Affinché la conoscenza circoli liberamente, e per superare i costi crescenti delle APC, emerge il bisogno di un modello di editoria scientifica senza scopo di lucro. Un modello sempre più sperimentato, per esempio dalla commissione europea, da network accademici, associazioni o singole istituzioni. Ma quante sono in Italia questo tipo di iniziative, completamente o parzialmente Open Access? Non così poche, tra piattaforme ed editrici accademiche, con i loro cataloghi di riviste e libri. Partiamo con una prima ricognizione della realtà italiana
La circolazione del sapere scientifico ha bisogno di nuovi mezzi, superando il vecchio modello commerciale e le sue distorsioni, comprese quelle sorte proprio nella ricerca di soluzioni per porre rimedio ai forti limiti di questo modello, a cominciare dal costo crescente delle APC che si somma a quello degli abbonamenti.
Sempre più si guarda con interesse ai modelli editoriali senza scopo di lucro, in cui non si paga né per leggere né per pubblicare, mentre i costi di gestione vengono, a seconda dei casi, sostenuti da enti finanziatori o di ricerca, associazioni, organizzazioni non-profit.
Modelli innovativi in cui gli enti di ricerca e le istituzioni pubbliche riprendono il controllo dei mezzi di pubblicazione e diffusione delle conoscenze e dei dati che essi stessi producono, così come auspicato al Consiglio dell'unione europea nelle conclusioni sull'editoria accademica di alta qualità, trasparente, aperta, affidabile ed equa. Nel documento, approvato a maggio (qui una traduzione dei punti principali), il punto 6 specifica che il Consiglio:
Sottolinea l'importanza dei modelli editoriali ad accesso aperto, senza scopo di lucro, che non fanno pagare gli autori o i lettori e in cui gli autori possono pubblicare il loro lavoro senza criteri di finanziamento/idoneità istituzionale; prende atto della varietà di modelli che non dipendono dalle tariffe di elaborazione degli articoli o da simili tariffe unitarie e sottolinea l'importanza di sostenere lo sviluppo di tali modelli guidati da organizzazioni di ricerca pubbliche
Science Europe in una dichiarazione congiunta ha avallato questa posizione, ribadendo l'impegno, in quanto rete di organizzazioni chiave per la ricerca scientifica e l'innovazione, nel sostenere lo sviluppo di un'editoria accademica pubblica e senza scopo di lucro. Riaffermando così le posizioni espresse nel Piano di azione pubblicato lo scorso anno.
Allo stesso interesse rispondono iniziative quali il progetto DIAMAS, progetto finanziato dalla Commissione Europea che ha l'obiettivo di tracciare la via per standardizzare migliorare le attuali pratiche editoriali istituzionali.
Si sente infatti tutto il bisogno di un sistema di editoria scientifica dove sia possibile leggere gratuitamente - superando abbonamenti costosi a livelli da tempo insostenibili per l'editoria accademica - ma anche pubblicare senza che gli autori debbano pagare APCs altrettanto sempre più insostenibili, come denunciato tra gli altri dalla Federazione europea delle accademie delle scienze e delle discipline umanistiche (ALLEA). In una dichiarazione recente infatti si legge:
Nonostante la progressiva diminuzione dei ricavi da abbonamento, gli editori commerciali sono riusciti ad abbracciare il modello Gold OA senza compromettere i loro ricavi e i loro enormi margini di profitto. La pubblicazione Gold OA è diventata un nuovo modello di business altamente redditizio in sé, in aggiunta al modello di abbonamento che è rimasto parzialmente intatto
D'altronde da più parti sono state espresse preoccupazioni per la distorsione dell'accesso aperto realizzata dal lievitare dei costi per ottenere l'accesso aperto sulla singola pubblicazione, che si aggiungono a quelli preesistenti per gli abbonamenti.
La Guild, la lega di università ad alta intensità di ricerca, ha espresso preoccupazione per lo stato dell'editoria accademica. I costi per le APC aumentano ingiustificatamente, e i contratti trasformativi non hanno portato alla transizione desiderata, ma hanno aggiunto ulteriori spese alle APC e agli abbonamenti, creando gravi disparità e ostacoli alla libertà accademica.
Né sono mancate iniziative concrete e "dal basso", quali le dimissioni in blocco di tutti gli editor di una rivista Elsevier, come protesta alle cifre ingiustificabili applicate per l'Open Access.
L'uso e le sperimentazioni di modelli editoriali non profit in realtà sono già in atto, con caratteristiche variegate. Ci sono innanzi tutto piattaforme di pubblicazione di enti finanziatori, quali Open Research Europe, lanciata nel 2021 dalla Commissione Europea, ma riservata ai soli risultati prodotti da fondi europei. Modelli simili hanno la Gates Open Research e la piattaforma del Wellcome Trust. Ci sono poi le iniziative "community-driven" o finanziate da consorzi di biblioteche, quali sci-post, scoap3, Open Library of Humanities.
E poi ci sono le iniziative accademiche legate a singole istituzioni di ricerca. Alcune sono nativamente Open Access, alcune hanno avviato piani di trasformazioni che renderanno ad accesso aperto man mano le varie riviste, come nel caso della Cambridge University Press.
Vediamo dunque quali sono le piattaforme e le editrici accademiche in Italia che rispondono al modello Diamond Open Access (quanto meno per gli autori interni all'ente).
Elenco delle iniziative esistenti in Italia:
Nome |
Università |
Sito web |
Bozen University press |
Bolzano |
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Macerata |
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Trieste |
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FIRENZE UNIVERSITY PRESS (al momento vi è associata anche la Siena University Press) |
Firenze |
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Genova |
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Padova |
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Pavia University Press |
Pavia |
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Roma tre |
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Messina University press |
Messina |
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UnicaPress |
Cagliari |
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Milano university press |
Milano |
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Trento University press |
Trento |
in corso di sviluppo |
Suor orsola benincasa UP |
Napoli |
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Urbino University Press |
Urbino |
https://press.uniurb.it/index.php/urbinoelaprospettiva/catalog |
Ca' Foscari |
Venezia |
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Piattaforme di riviste |
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ROSA |
Sapienza |
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AlmaDL Journals |
Bologna |
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Sirio |
Torino |
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Open journals Polito |
Polito |
Queste iniziative risultano molto importanti proprio perché sono lo strumento attraverso il quale le comunità disciplinari si riappropriano della ricerca scientifica e la rendono accessibile al mondo, in maniera indipendente e svincolata da motivazioni legate al profitto e rappresentano dunque una risorsa fondamentale che meriterebbe di essere sostenuta.
28 luglio 2023