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Il business delle APC nell'editoria scientifica commerciale

26 settembre 2022
Image by @dasaptaerwin on Twitter

Qualche dato preliminare per riflettere sulla capacità che hanno avuto gli editori commerciali di trasformare l'Open Access in un business redditizio, senza per altro dismettere il precedente modello ad abbonamento.

A livello globale gli autori di ricerche scientifiche hanno pagato qualcosa come 1,06 miliardi di dollari in Article Processing Charges nel solo periodo 2015-2018 agli editori del cosiddetto oligopolio dell'editoria accademica, e cioè i publishers  Elsevier,  Sage, Springer-Nature, Taylor  &  Francis  and  Wiley.

Le stime sono riportate nel preprint "The Oligopoly's Shift to Open Access. How For-Profit Publishers Benefit from Article Processing Charges" rintracciabile su Zenodo (https://doi.org/10.5281/zenodo.7057144).

Inevitabilmente si tratta di stime, data la grande opacità che circonda la materia delle Article Processing Charges, i costi richiesti sia per pubblicare in riviste OA (nel modello gold, dove non si paga per leggere), o per avere l'OA sul singolo articolo in parallelo al costo dell'abbonamento (nel modello ibrido). Ed è proprio sulla crescita del modello ibrido che occorre riflettere. Il modello gold ha infatti prodotto introiti pari a 612,5 milioni di dollari, mentre 448,3 milioni di dollari sono stati ottenuti per la pubblicazione OA su riviste ibride, per le quali gli editori applicano già tariffe di abbonamento.

L'articolo si sofferma inoltre sulle cifre richieste dagli stessi editori scientifici per le APC. In media per il gold OA i ricercatori si vedono recapitare richieste sui 1.989 dollari nel modello gold (dove il lettore non paga) e 2.905 per l'OA nelle riviste ibride (dove paga sia il lettore, sia l'autore per rendere ad accesso aperto il suo contenuto). 

 

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Gina Pavone

Gina Pavone si occupa di Open Science e Open Access all'Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione del CNR. Temi su cui svolge anche attività di formazione e supporto all’interno del Competence Centre di ICDI. Coordina il sito open-science.it, è giornalista esperta di analisi di dati, ha conseguito la laurea magistrale in editoria e giornalismo alla Sapienza di Roma e ha ottenuto il master di secondo livello in big data analytics and social mining all'università di Pisa. Ha partecipato a campagne per l'apertura di dati pubblici e per la trasparenza di istituzioni e amministrazioni pubbliche e ha lavorato come data analyst e data journalist.

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