Le tesi di dottorato sono una tipologia particolare di pubblicazione scientifica. Sono sottoposte ad una verifica (peer review) da parte di relatore e correlatore e da parte della Commissione a cui la tesi viene presentata, ma per questa attività non vi è alcuna cessione di diritti come avviene di solito con un editore. Un portale europeo fa da vetrina a questo tipo di prodotti, ma la partecipazione italiana è ancora limitata.
La tesi di dottorato dovrebbe essere un documento pubblico (o almeno diventarlo dopo un periodo di embargo) e tutte le tesi di dottorato sono consultabili nelle biblioteche nazionali dove devono essere depositate per legge.
La tesi di dottorato è anche un documento amministrativo che chiude il percorso di formazione del dottorando e fa parte del suo fascicolo. Da ormai 14 anni e su sollecitazione della CRUI che ha prodotto delle linee guida ad hoc, le tesi di dottorato dovrebbero essere archiviate in formato digitale in un archivio istituzionale e dovrebbero anche essere consultabili da chiunque dopo un periodo di embargo definito dall’autore (il dottorando) con un limite massimo di mesi (definito per regolamento dalle singole istituzioni). Questa modalità di archiviazione permette anche il deposito legale elettronico nelle biblioteche nazionali che ha sostituito completamente il deposito cartaceo e quello tramite CD.
Nei regolamenti degli Atenei che hanno seguito le linee guida della CRUI e che possono essere trovati a questo link l’autore della tesi mantiene tutti i diritti d’autore, concedendo al proprio ateneo la licenza di pubblicare nell’archivio istituzionale la tesi con o senza un periodo di embargo.
Per molti Atenei la definizione del regolamento sull’accesso aperto alle tesi di dottorato è stato il primo passo verso la elaborazione di politiche di open science che comprendessero l’intero ciclo della ricerca, con particolare riferimento alle politiche di open access (green e gold) e alle politiche sulla gestione dei dati FAIR. Alcuni atenei hanno definito un archivio dedicato alle tesi di dottorato (per esempio Bologna o Napoli), altri atenei hanno scelto di inserire le tesi di dottorato nell’archivio istituzionale IRIS (per esempio Milano, Milano Bicocca, Modena e Reggio Emilia).
A livello Europeo esiste una vetrina per le tesi di dottorato: DART Europe. Il servizio esiste dal 2005 e nasce dalla collaborazione fra biblioteche nazionali e università, ed è ora gestito dalla Biblioteca di UCL. È un servizio gratuito per le università, gestito da una università.
Sono più di 1milione e 200mila le tesi ad accesso aperto raccolte in questo archivio, provenienti da 579 università di 29 Paesi europei. Anche l’Italia da tempo contribuisce all’arricchimento della banca dati.
Sono oltre 34mila le tesi provenienti dalle 18 università italiane harvestate e accessibili attraverso il portale. Un buon numero, ma che potrebbe aumentare se vi aderissero le circa quaranta università che hanno elaborato e approvato una politica di accesso aperto alle tesi di dottorato.
Partecipare al progetto è importante in quanto si entra a far parte di una iniziativa europea che mira a promuovere il lavoro fatto dai dottorandi di tutta Europa. Aderire è piuttosto semplice. Basta contattare i referenti che risponderanno chiedendo la OAI base url del repository ed eventualmente l’OAI set. Rispetto ad altre iniziative di raccolta delle tesi di dottorato quella di Dart Europe è gestita dalle università per le università e vi partecipano università e biblioteche nazionali.
16 enero 2023