Perché aprire la conoscenza

La nuova rivoluzione scientifica

Facilitare la circolazione della conoscenza e l’accesso al sapere, incentivare l’innovazione, sfruttare il più possibile il valore sociale e il potenziale della ricerca. L’Open Science ha lo scopo di rendere la scienza collaborativa e trasparente, accessibile e fruibile da chiunque.

Open Science vuol dire aprire ogni singolo passo del processo scientifico. È un modo di fare ricerca e diffonderne i risultati attraverso gli strumenti digitali, a favore di una scienza aperta e collaborativa. Con questo approccio la conoscenza è raggiungibile da chiunque e trasparente in tutti i suoi passaggi.

Sono ormai numerosi i gruppi e le istituzioni di ricerca in tutto il mondo che lavorano in un’ottica di condivisione dei risultati e adottando soluzioni tecnologiche in grado di diffondere la scienza a livello globale. Così come molti enti finanziatori hanno da tempo adottato politiche per l'Open Science, con lo scopo di favorire l'impatto degli investimenti in ricerca.

Nel 2018 la commissione europea ha pubblicato una serie di raccomandazioni sull’accesso all’informazione scientifica. In questo documento si legge:

La scienza aperta si riferisce a un nuovo approccio al processo scientifico basato sulla cooperazione e sulle nuove modalità per diffondere la conoscenza, migliorare l'accessibilità e la riusabilità dei risultati della ricerca mediante l'utilizzo di tecnologie digitali e nuovi strumenti di collaborazione.

Nello stesso documento si chiarisce anche cosa si intende per accesso aperto (Open Access): 

la possibilità di accesso e riutilizzo dei risultati di ricerca digitale con il numero minore possibile di limitazioni.

In base a questa idea qualsiasi prodotto della ricerca scientifica deve essere disponibile gratuitamente per chiunque e deve poter essere liberamente riutilizzato. Questo processo di apertura riguarda la letteratura scientifica, i dati su cui si basa, nonché i materiali e gli strumenti usati o prodotti. Per esempio gli appunti di laboratorio, i campioni, i materiali intermedi, i codici e i protocolli usati per le analisi, i software o qualsiasi altro strumento.

Uno dei principi basilari del metodo scientifico, la riproducibilità degli esperimenti, è in crisi in buona parte perché i dati analizzati non vengono condivisi. I ricercatori producono conoscenza sotto varie forme: dati, software di analisi, protocolli, appunti, eccetera.  Di tutto questo lavoro, però, dai laboratori esce solo quello che può prendere la forma di un articolo scientifico, a cui di solito l'accesso è limitato a coloro che possono pagare un abbonamento - spesso molto oneroso - alla rivista. 

Nei centri in cui si dovrebbe lavorare per produrre ma anche per diffondere la conoscenza, si lavora invece per chiudere il lavoro scientifico dietro un paywall che non è consultabile senza pagare costosi abbonamenti. Escludendo così studenti, aspiranti ricercatori, lo stesso mondo dei pari - per esempio in istituzioni o paesi per cui questi costi risultano proibitivi o anche scienziati di altre aree disciplinari - e in generale qualsiasi potenziale interessato "esterno". 

Un sistema evidentemente antieconomico per gli enti finanziatori della ricerca. Queste istituzioni devono pagare sia i ricercatori, sia la letteratura prodotta da questi e dai loro pari. Letteratura che la stessa comunità scientifica contribuisce a migliorare facendosi carico anche del processo di peer-review e che è necessaria a tutti per fare ricerca (per confrontarsi, aggiornarsi, informarsi sui risultati o le metodiche di altri eccetera).

Seguendo il modello delle riviste ad abbonamento, infatti, i ricercatori cedono il loro diritto d’autore per pubblicare il loro lavoro su riviste peer-reviewed, le quali ricevono gratuitamente sia la letteratura prodotta attraverso il lavoro di ricerca, sia il lavoro di revisione (peer-review), sia quello di selezione da parte dell'editor della rivista.

Secondo i principi dell’Open Science il sapere prodotto con risorse pubbliche è una ricchezza da valorizzare invece che da chiudere. Qualsiasi prodotto della ricerca pubblica deve essere disponibile gratuitamente e deve poter essere liberamente riutilizzabile per aumentare l'impatto del lavoro scientifico.

Non mancano esempi di enti finanziatori privati che aderiscono allo stesso principio, riconoscendone il valore e il potenziale. In questa ottica, infatti, mettere a disposizione i risultati della ricerca serve a incentivare l’avanzamento della conoscenza e l’innovazione, anche economica. Perché chiunque - anche un privato - può prendere il materiale prodotto da una ricerca e aggiungerci il tassello mancante per arricchirlo, e renderlo una scoperta, una nuova analisi, un prodotto commerciale, una nuova applicazione.

Questo processo di apertura riguarda tutto il processo scientifico, dalla pianificazione del progetto alla formulazione di un'ipotesi, dalla raccolta di dati, evidenze e prove fino alla loro analisi, dalla definizione di una tesi fino alle conclusioni. 

Come in tutti i cambiamenti profondi, aderire al modello di scienza aperta significa adottare una serie di iniziative concrete, anche un po' alla volta e sapendo di poter contare sul supporto di chi ci è già passato. 

Questo sito intende essere un punto di riferimento per la comunità scientifica italiana dove cercare materiali, aggiornamenti, corsi di formazione e altre risorse sull'Open Science. 

Riferimenti

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Aderire a un modello di scienza trasparente e collaborativa comporta molte più opportunità per i ricercatori. Perché non è più solo la pubblicazione che conta, ma si valorizzano anche i dati, i software, i protocolli o altri prodotti della ricerca. Aumentando così le possibilità di essere citati e in generale farsi conoscere, fare rete, instaurare collaborazioni ed essere riconosciuti a livello internazionale.