Diamond Open Access: qualità e sostenibilità. I risultati dell’indagine DIAMAS

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Quali sono le peculiarità degli editori istituzionali Open Access? Come si caratterizza l’offerta di servizi che questi editori offrono nel realizzare pubblicazioni Diamond, dove cioè non si paga né per leggere né per pubblicare? Una mappatura arriva da un’indagine pubblicata dal progetto DIAMAS, dedicato allo studio dell’editoria Diamond

Nella maggioranza dei casi si tratta di publisher non commerciali, collegati a un’organizzazione principale da cui, spesso, vengono finanziati in modo permanente o, per un gruppo più ristretto, soggetti a negoziazioni periodiche. Sono questi alcuni degli elementi emersi dall’indagine Institutional Publishing in the ERA, condotta all’interno del progetto europeo DIAMAS, acronimo di Developing Institutional Open Access Publishing Models to Advance Scholarly Communication.

DIAMAS è un progetto Horizon Europe iniziato nel settembre 2022 con una durata prevista di 36 mesi, che mira a sostenere il cosiddetto modello Diamond Open Access, contraddistinto dall’assenza di costi per autori e lettori.

Il progetto opera con un budget di 3 milioni di euro, vede la partecipazione di 23 organizzazioni provenienti da 12 paesi europei e ha diversi obiettivi, tra cui creare un ecosistema armonizzato e sostenibile di comunicazione scientifica OA a vantaggio della comunità di ricerca, la nascita di servizi di supporto rivolti agli editori istituzionali (Institutional Publishers, IP) e ai fornitori di servizi di pubblicazione istituzionale (Service Providers, SP). Infine, il progetto DIAMAS intende sviluppare e adottare standard comuni, linee guida e buone pratiche (i.e. Extensible Quality Standard for Institutional Publishing – EQSIP).

Attraverso l'indagine DIAMAS, è stato possibile tracciare una mappatura del panorama degli editori OA istituzionali e dei fornitori di servizi nell’ERA utile a comprendere la natura delle loro attività per le riviste accademiche Diamond OA e le loro caratteristiche principali. Inoltre, non sono stati trascurati il funzionamento e il rapporto con le istituzioni accademiche degli editori scientifici Diamond OA e dei fornitori di servizi (Institutional Publishing Services Providers, IPSP). Per l’indagine, è stato inviato un questionario a più di 5000 indirizzi e-mail, ottenendo 685 risposte utilizzabili ai fini della ricerca. Dalle risposte emerge in primo luogo una distribuzione geografica non uniforme, benché la maggior parte dei paesi risulti sufficientemente rappresentata, insieme a un’organizzazione delle attività di pubblicazione accademica a livello nazionale influenzata da fattori quali l’opportunità di finanziamento, la presenza di piattaforme e di reti. Le organizzazioni rientranti nell’indagine sono per 2/3 di carattere pubblico non commerciale. I finanziamenti vanno ricondotti per il 54% dei rispondenti a forme regolari e permanenti da parte dell’organizzazione madre, mentre per il 20% della platea considerata, a tipologie che necessitano di negoziazioni periodiche. Importante, poi, appare la necessità di effettuare un contenimento dei costi in alcuni settori, tanto nei servizi IT – insieme a quelli di produzione e di formazione – quanto nella consulenza sulle politiche editoriali. Tale esigenza è particolarmente avvertita dal 70% dei rispondenti. Altro risultato da considerare è la scarsa implementazione di valori imprescindibili quali equità, diversità, inclusione e senso di appartenenza (Equity, Diversity, Inclusion, and Belonging, EDIB). Nella sezione dedicata all’area europea si è cercato di delineare il tipico editore istituzionale presente nell’ERA: si tratta di un editore piccolo e, tendenzialmente, isolato con necessità di finanziamenti a lungo termine e di partner con cui cooperare. Non bisogna dimenticare l’importanza delle organizzazioni nazionali che supportano gli editori istituzionali e OA e la loro forte correlazione con il numero di riviste Diamond (e.g. OpenEdition: Francia, 521 riviste).

Lo scorso 11 aprile l’Istituto di Informatica Giuridica e Sistemi Giudiziari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IGSG-CNR) ha organizzato un webinar in cui sono sono stati esposti i risultati dell’indagine; in quest’occasione i due relatori – Ginevra Peruginelli e Tommaso Agnoloni, ricercatori presso l’IGSG – hanno lasciato ampio spazio ai risultati relativi all’Italia, paese per cui l’indagine ha coinvolto University Press, piattaforme di riviste, editori privati, società scientifiche e riviste indipendenti (istituti, laboratori, dipartimenti). Dei 52 intervistati (su 685 totali) il 96%  pubblica riviste e il 65% libri mentre per quanto riguarda i settori maggiormente coperti riscontriamo, soprattutto, quello umanistico. Per quanto concerne i costi, i finanziamenti e la sostenibilità, il 40,4% delle realtà che hanno partecipato al sondaggio riceve sussidi fissi e permanenti da parte delle organizzazioni madri mentre la maggior parte di essi si serve di servizi esterni (76,9%). Riguardo la gestione editoriale, la maggioranza degli intervistati è stata analizzata per il reclutamento e la gestione del comitato editoriale, il coordinamento della revisione tra pari, il monitoraggio della revisione tra pari e, da ultimo, l’individuazione dei revisori. Tra le attività centrali delle riviste accademiche bisogna annoverare anche il processo di peer review che in Italia è presente, soprattutto, nella tipologia a doppio cieco (77%). Approccio al processo scientifico basato su collaborazione, condivisione aperta dei risultati e, contemporaneamente, modalità di diffusione della conoscenza di natura tecnologico-digitale, la Scienza Aperta è stata inclusa nella ricerca DIAMAS in relazione alle sue molteplici applicazioni. Innanzitutto, la maggioranza degli intervistati aderisce alle policy di Open Access o di Open Science (che, di norma, riguardano questioni di copyright, licenze aperte e self-archiving) a diversi livelli. Inoltre, un numero esiguo dei rispondenti sperimenta forme di open peer review con una politica di condivisione dei dati della ricerca e una distinzione dei ruoli degli autori. Infine, è avvenuta una breve riflessione sui servizi tecnici: nel nostro paese le realtà intervistate possono fornire uno o più servizi tecnici con una prevalenza della gestione completa del flusso di lavoro editoriale, dei metadati, del controllo qualità e dell’hosting (1).

In merito agli standard comuni, alle linee guida e alle buone pratiche (EQSIP), Peruginelli e Agnoloni hanno spiegato che l’obiettivo stabilito è il miglioramento delle pratiche di pubblicazione istituzionale, non trascurando lo sviluppo di uno standard e di uno strumento di autovalutazione per gli editori istituzionali e i fornitori di servizi.. Fatta tale premessa i relatori hanno dato una definizione dello Standard EQSIP: esso cerca di garantire la qualità e la trasparenza della governance, dei processi e dei flussi di lavoro nella pubblicazione istituzionale. Inoltre, EQSIP coinvolge sette componenti della pubblicazione scientifica delineati nel Piano d’Azione Diamond OA e rivisti dal team del progetto: finanziamento; proprietà legale, missione e governance; scienza aperta; gestione editoriale; efficienza del servizio tecnico; visibilità; EDIB (Per ulteriori dettagli: https://zenodo.org/records/10726732).

Da ultimo, nel webinar è stato presentato il Diamond OA Capacity HUB: una suite di strumenti e di risorse a supporto della pubblicazione Diamond OA. Gli strumenti offerti dal Capacity Hub sono molteplici: il Diamond OA Registry (che garantisce l’accesso ai profili di IPSP con informazioni aggiornate sulle loro attività); il Self-assessment tool (che consiste in un percorso guidato per valutare la propria conformità agli standard. Per maggiori informazioni: https://diamas.fecyt.es/ e https://zenodo.org/records/10797039); la Toolsuite (con le linee guida e le risorse digitali per assistere gli utenti al rispetto degli standard e delle best practices); la Training platform (vale a dire quei percorsi di apprendimento fondati su scenari e materiali disponibili in una piattaforma di formazione interattiva); il Forum (lo spazio virtuale a supporto dell’interazione e dello scambio di conoscenze fra utenti).

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(1) Di seguito i collegamenti ipertestuali per ogni settore dell’indagine sul panorama dell’editoria istituzionale: L’editoria istituzionale nell’ERA: risultati dell’indagine DIAMAS (link); L’editoria istituzionale nell’ERA: rapporti completi per paese (link); Il panorama europeo dell’editoria istituzionale: una sintesi dei risultati dell’indagine DIAMAS (link); La definizione di alcuni concetti e delle entità geografiche (link); La versione inglese del questionario adottato nell’indagine e il relativo glossario (link); Dati dell’indagine aggregati a un livello che ci consente di condividerli (link). 

Alessandro Mandrino

Alessandro Mandrino è dottorando in Filologia Classica presso l’Università degli Studi di Torino. I suoi interessi e le sue pubblicazioni - articoli e recensioni - spaziano dalla retorica greco-romana agli studi antichi sulla botanica, dalla storia di Roma fino all’insegnamento delle materie classiche nel mondo contemporaneo. Inoltre, ha partecipato al progetto SERICA, analizzando la ricezione dei popoli orientali nei testi latini dall’Alto impero romano sino al Tardo Medioevo. Infine, ha svolto attività di ricerca, sviluppo e sperimentazione di metodologie e tecnologie didattiche del latino di natura digitale, su piattaforma Moodle, in ottica pluridisciplinare nell’ambito del progetto Scuola dei Compiti.

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L’Open Access alle pubblicazioni deve essere immediato (non sono più ammessi periodi di embargo), ma più in generale l’attenzione si rivolge a tutti i risultati e gli elementi della ricerca.

Diamond Open Access in Italia

Affinché la conoscenza circoli liberamente, e per superare i costi crescenti delle APC, emerge il bisogno di un modello di editoria scientifica senza scopo di lucro. Un modello sempre più sperimentato, per esempio dalla commissione europea, da network accademici, associazioni o singole istituzioni. Ma quante sono in Italia questo tipo di iniziative, completamente o parzialmente Open Access? Non così poche, tra piattaforme ed editrici accademiche, con i loro cataloghi di riviste e libri. Partiamo con una prima ricognizione della realtà italiana