null Pubblicato il Piano nazionale per la scienza aperta

Pubblicato il Piano nazionale per la scienza aperta

30 giugno 2022

Il Piano nazionale per la scienza aperta (Pnsa), recentemente pubblicato dal Ministero dell'università e della ricerca (Mur), è un passo in avanti fondamentale per realizzare politiche e pratiche Open Science nella comunità scientifica italiana. Questo piano integra e arricchisce quanto predisposto dal Piano Nazionale delle infrastrutture di ricerca (Pnir) ed entrambi costituiscono parte integrante del Programma nazionale per la ricerca 2021-2027 (Pnr), che con le sue azioni promuove e rinforza il panorama della ricerca scientifica in Italia.

Il Pnsa è un documento programmatico che mette in fila le azioni, le iniziative e gli strumenti necessari per realizzare e diffondere la scienza aperta, e favorire così la transizione verso un sistema scientifico aperto alla circolazione della conoscenza, trasparente e collaborativo, in grado di accelerare le scoperte scientifiche e le rispettive ricadute sul mondo produttivo.

Il Cnr è già pronto a mettere insieme una serie significativa di azioni suggerite dal Pnsa, tanto più in vista del suo Piano di rilancio. L'ente è infatti da tempo in prima linea nei contesti in cui attivamente si costruiscono le nuove risorse per la scienza aperta, grazie alla sua pluriennale partecipazione in iniziative e progetti internazionali dedicati alla creazione di risorse pratiche per implementare la scienza aperta, quali OpenAIRE, l'infrastruttura europea che offre una varietà di servizi per l'Open Science e di cui il Cnr è tra promotori e coordinatore tecnico; oppure con la Research Data Alliance, la rete cross-disciplinare di iniziative per facilitare la condivisione e il riuso dei dati della ricerca e di cui il Cnr ha realizzato il nodo nazionale. Inoltre, il Cnr partecipa attivamente al tavolo sull’Open Science della Consulta dei presidenti degli Enti pubblici di ricerca (ConPER), ha aderito all'associazione EOSC AISLB e partecipa attivamente alla stesura di un accordo europeo per la riforma del sistema di valutazione della ricerca che verrà lanciato il prossimo autunno.

Il Cnr ha attivamente contribuito alla stesura del Psna: tra gli esperti del gruppo di lavoro che lo ha messo a punto figura Donatella Castelli, dirigente dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione del Cnr di Pisa (Cnr-Isti). Inoltre, il portale open-science.it, curato dallo stesso istituto del Cnr, insieme al Competence Centre di ICDI, sono citati quali fonti di informazione e strumenti di riferimento per la comunità scientifica. 

Il documento propone una visione d’insieme per implementare la scienza aperta, con strategie specifiche per cinque assi di intervento, che devono interagire per creare un ecosistema aperto di pubblicazioni, dati, strumenti di analisi, infrastrutture e servizi Ict in rete, valutazione e formazione, puntando sul valore essenziale della condivisione della conoscenza.

Per ogni intervento viene presentato l’obiettivo specifico ed enunciato il piano di azioni da sviluppare entro il 2027 indicando ulteriori obiettivi di lungo periodo, con delle raccomandazioni per gli attori coinvolti. Viene poi individuato un sistema di monitoraggio che sarà messo in campo dal Mur, per garantire la coerenza delle iniziative proposte e disposte dalla comunità scientifica con gli obiettivi definiti nel Piano.

Il Pnsa punta a creare un coordinamento fra tutti gli attori coinvolti, ovvero il Mur, gli enti di ricerca, gli atenei, l’Anvur e le infrastrutture di ricerca, impegnando gli attori del sistema su obiettivi chiari e misurabili. Uno di questi obiettivi è lo sviluppo di un’infrastruttura nazionale dei risultati della scienza aperta costruita attraverso l’interconessione di repository operati e/o mantenuti dai vari attori che contribuiscono alla produzione scientifica nazionale. 

“La pubblicazione di questo Piano fornisce alla comunità italiana la base per aggregare l’esistente e lanciare nuovi sviluppi necessari per la transizione verso quello che è un approccio innovativo alla scienza, certamente più efficace, trasparente e connesso alla società”, ha dichiarato Donatella Castelli. 

In questo scenario viene riconosciuto anche il ruolo di ICDI, il tavolo tecnico che riunisce le Infrastrutture di ricerca operanti in Italia, gli enti pubblici di ricerca, gli Atenei e altri membri istituzionali per sostenere le sinergie dei contributi italiani alla costruzione della European Open Science Cloud (EOSC), anche rivestendo il ruolo di organizzazione mandataria nella EOSC Association e progettando una infrastruttura nazionale per i dati scientifici, potenzialmente realizzabile nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

L’accelerazione determinata dal Pnsa permetterà di sviluppare il ruolo che l’Italia potrà giocare a livello europeo sul tema della scienza aperta e nell’ambito dell’iniziativa EOSC, evidenziando le priorità e le specificità nazionali e ottemperando a quanto richiesto dalla Raccomandazione (Ue) 2018/790 della Commissione Europea sull’accesso alla comunicazione scientifica.

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