Paola Galimberti è responsabile della direzione Performance, assicurazione qualità, valutazione e politiche di open science presso l’Università degli Studi di Milano, è editor per la DOAJ, è coordinatrice del focus group italiano su IRIS Institutional repository, collabora con il Competence Center di ICDI su Open Science, è socio fondatore e membro di AISA (Associazione italiana per la scienza aperta), e redattrice di ROARS, partecipa a convegni nazionali e internazionali e svolge una intensa attività di formazione su Open science e gli strumenti per realizzarla, sulla valutazione della ricerca, sulle tematiche del diritto d’autore connesso alle pubblicazioni scientifiche.
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Paola Galimberti
Un repository di dati è un componente molto importante per abilitare lo scambio di conoscenze scientifiche. Per istituirlo e garantirne efficacia e adozione da parte degli utenti, è necessario un piano che includa vari passaggi e azioni. L'articolo elenca i principali aspetti da considerare, e l'esperienza dell'Università di Milano
Uno dei fondamenti della scienza aperta è la trasparenza: di processi, dati, testi.
È quindi naturale che gli stessi principi che si applicano ai dati e alle pubblicazioni scientifiche, al codice e al software, valgano anche per i metadati che li descrivono.
L'Italia dal 2022 ha un Piano Nazionale per la Scienza Aperta ma ad oggi nessun dato di monitoraggio è stato ufficialmente pubblicato. In mancanza di iniziative coordinate centralmente, è stata avviata una attività spontanea e dal basso da parte di alcune università e centri di ricerca con l'intento di definire un protocollo comune per rilevare dati sull'implementazione della scienza aperta. Da questa iniziativa è stato messo a punto uno schema pensato per essere sostenibile per le istituzioni ed estendibile a chiunque sia interessato
Sono sempre più frequenti i corsi di formazione su come scrivere articoli scientifici offerti dagli editori commerciali. In questo modo però si rinuncia ad un punto di vista indipendente e capace di mostrare le varie possibilità esistenti, a favore di una visione necessariamente di parte ed economicamente interessata ad inserire gli autori in quello che è stato definito il "publisher silo", un percorso verticale obbligato, proprietario e interamente appaltato all'editore.
Affinché la conoscenza circoli liberamente, e per superare i costi crescenti delle APC, emerge il bisogno di un modello di editoria scientifica senza scopo di lucro. Un modello sempre più sperimentato, per esempio dalla commissione europea, da network accademici, associazioni o singole istituzioni. Ma quante sono in Italia questo tipo di iniziative, completamente o parzialmente Open Access? Non così poche, tra piattaforme ed editrici accademiche, con i loro cataloghi di riviste e libri. Partiamo con una prima ricognizione della realtà italiana
Quando si promuove una politica, si dovrebbe predisporre anche lo strumento per valutarne l'avanzamento. In questa direzione sono andate Francia, Olanda e Commissione europea con la scienza aperta. E in Italia?
Le tesi di dottorato sono una tipologia particolare di pubblicazione scientifica. Sono sottoposte ad una verifica (peer review) da parte di relatore e correlatore e da parte della Commissione a cui la tesi viene presentata, ma per questa attività non vi è alcuna cessione di diritti come avviene di solito con un editore. Un portale europeo fa da vetrina a questo tipo di prodotti, ma la partecipazione italiana è ancora limitata.
Di fronte al diffondersi di esigenze di apertura e trasparenza emergono nuove formule all'interno dell'editoria scientifica, tra cui processi aperti di peer review e archivi di preprint. Vediamo l'esempio di una rivista not for profit, che ha annunciato di dismettere il meccanismo "accept/reject" nella gestione degli articoli, in favore di revisione paritaria trasparente e uso dei preprint
I contratti trasformativi si innestano su - e complicano - una situazione già particolarmente confusa, in cui le comunità disciplinari faticano ad orientarsi fra la molteplicità dei modelli degli editori e le richieste degli enti finanziatori. Ma il presupposto per un accesso pieno alla letteratura scientifica è un cambiamento culturale e l'adesione a principi etici che nell’ambito dei contratti trasformativi vengono parzialmente offuscati