L’Open Science nella proposta di progetto in Horizon Europe

Le novità nella fase di progettazione
Sono un Researcher
e voglio informazioni su Open Science

Le pratiche della scienza aperta sono ancora più centrali nel nuovo programma di finanziamento europeo. E l’effettiva capacità di metterle in pratica e integrarle nel lavoro di ricerca è oggetto di valutazione nella proposta di progetto.

Il segno più evidente che l’Open Science è riconosciuta come la “nuova normalità” di fare ricerca sta nel fatto che le pratiche Open vengono ora valutate nella sezione metodologia della proposta di progetto, di cui devono essere parte integrante.

Il testo del Grant Agreement rafforza gli obblighi relativi alle pratiche Open Science - non più limitate all’Open Access ai testi e ai dati - e ne sottolinea i benefici.

Già in fase di progettazione infatti si deve dimostrare di riuscire a integrare nel loro lavoro le varie componenti dell’Open Science. Questo vuol dire che la qualità della proposta scientifica passa anche dalla capacità di lavorare con maggiore trasparenza e collaborazione, secondo i principi fondamentali della scienza aperta.

 

Se nel precedente programma H2020 le pratiche dell’Open Science erano inserite nella sezione impatto della ricerca, adesso si aggiungono importanti adempimenti anche nelle sezioni eccellenza e qualità dell’implementazione. Inoltre alcuni passaggi che implicano adempimenti “aperti” sono previsti anche nella parte A, cioè nel form stesso di applicazione.

I criteri per la valutazione delle proposte di ricerca nell’ambito di Horizon Europe tengono conto della qualità e dell’adeguatezza delle pratiche di scienza aperta nelle proposte presentate. Questi aspetti vengono valutati nella sezione metodologia del progetto in base al criterio di aggiudicazione dell’eccellenza. E questo dovrebbe essere un’ulteriore potente leva per incoraggiare i candidati e i beneficiari a praticare la scienza aperta.

Le pratiche Open Science in Horizon Europe possono essere obbligatorie oppure raccomandate. Entrambe sono oggetto di valutazione nella sezione metodologia della proposta di progetto, come si legge nel Programme guide, p.38:

Le pratiche raccomandate di Open Science sono incentivate attraverso la loro valutazione nella fase della proposta. I proponenti dovrebbero essere a conoscenza delle pratiche obbligatorie e raccomandate e integrarle nelle loro proposte.

Di seguito un'immagine presa da un opuscolo informativo della Commissione Europea sull'Open Science in Horizon Europe:

Nello specchietto riassuntivo si riassumono le pratiche Open Science obbligatorie e raccomandate:

Cosa?

Come?

 Obbligatorio o raccomandato

Condivisione tempestiva e aperta della ricerca

preregistrazione, report registrati, preprint eccetera

 Raccomandato

Gestione dei risultati della ricerca

Piano di gestione dei dati (Data Management Plan - DMP)

 Obbligatorio

Misure per assicurare la riproducibilità dei risultati della ricerca 

Informazioni su prodotti/strumenti/mezzi e accesso ai dati/risultati per validare le pubblicazioni

 Obbligatorio

Accesso aperto ai risultati della ricerca attraverso il deposito in archivi affidabili (trusted repository)

  • Open Access alle pubblicazioni

  • Open Access ai dati

  • Open Access per software, modelli, algoritmi, flussi di lavoro eccetera

  • Obbligatorio per pubblicazioni sottoposte a peer review (con tre modalità)

  • Obbligatorio per dati della ricerca ma con eccezioni (secondo il principio ‘più aperto possibile, chiuso solo se necessario’)

  • Raccomandato per altri prodotti della ricerca

Partecipazione a peer review aperta

Pubblicare in riviste o piattaforme con peer review aperta

 Raccomandato

Coinvolgimento di tutti gli attori rilevanti della conoscenza

Coinvolgimento dei cittadini, società civile, utilizzatori finali nella co-creazione di contenuti 

 Raccomandato

 

Vediamo dunque cosa tenere in considerazione nella proposta di progetto

  • Parte A, 2 Dati amministrativi

Nella parte A del form di proposta, ogni partner del consorzio deve elencare cinque risultati rilevanti per il tema del progetto (pubblicazioni significative, dataset ampiamente riusati, software…). I cinque risultati devono essere ad accesso aperto, e provvisti di identificativi persistenti.

Per descrivere l'impatto di una pubblicazione viene raccomandato di non menzionare l’Impact Factor della rivista ma di fornire una valutazione qualitativa e se possibile altri indicatori di impatto reale.

Le pubblicazioni non devono essere per forza state pubblicate su riviste Open Access, è sufficiente che la versione consentita per l’Open Access sia depositata e dunque accessibile tramite un repository ad accesso aperto (per esempio IRIS, Zenodo, arXiv eccetera). Si può consultare Sherpa Romeo per verificare le policy editoriali. L’embargo è il periodo di tempo prestabilito in cui l’editore commerciale ha l’esclusiva - dunque in questo periodo il contenuto non è liberamente consultabile e riusabile. È da notare però che l’eventuale periodo di embargo richiesto dall’editore commerciale parte dalla data di pubblicazione e non del deposito. 

Si raccomanda di fornire questi cinque prodotti con un identificativo univoco (può essere il DOI, oppure l’handle fornito da IRIS); nel caso si presentino dataset, ci si aspetta che siano più aperti possibile secondo il principio “più aperto possibile, chiuso solo se necessario”.

  • Parte B, 1 Eccellenza. 1.2 Metodologia - Open Science

Nella metodologia del progetto è fondamentale specificare (in una pagina) come si intende integrare le pratiche Open Science obbligatorie e raccomandate, adattandole alla specifica natura del progetto.

Fra le pratiche obbligatorie, bisogna dunque specificare come si realizzerà l’Open Access alle pubblicazioni e ai dati e quale repository si userà per il deposito di letteratura, dati e altri output, quale licenza si intende usare per questi prodotti, e come si assicurerà l’accesso a strumenti e dati utili a validare e riusare i risultati
Per l’Open Access alle pubblicazioni sono disponibili 3 opzioni:
pubblicazione su Open Research Europe
pubblicazione in una rivista Open Access
pubblicazione in una rivista ad abbonamento ma mantenendo sufficienti diritti per poter depositare una versione posteriore alla peer review e dare accesso immediato: attenzione dunque a mantenere i diritti per poterlo fare, aggiungendo ai contratti editoriali una clausola specifica per Horizon Europe, come quella presente nella Guida di Programma e riportata di seguito:

This work was funded by the Εuropean Union under the Horizon Europe grant [grant number]. As set out in the Grant Agreement, beneficiaries must ensure that at the latest at the time of publication, open access is provided via a trusted repository to the published version or the final peer-reviewed manuscript accepted for publication under the latest available version of the Creative Commons Attribution International Public Licence (CC BY) or a licence with equivalent rights. CC BY-NC, CC BY-ND, CC BY-NC-ND or equivalent licenses could be applied to long-text formats. Horizon Europe programme Guide, 22 november 2021, p. 49.

Fra le pratiche raccomandate, sono da specificare qui eventuali elementi di collaborazione, pratiche di riproducibilità, l’uso di licenze aperte, partecipazione a processi di open peer review, aspetti di citizen science o legami con infrastrutture di ricerca. 

Se nessuna delle pratiche Open Science risulta adatta alla proposta di progetto, occorre fornire solide giustificazioni e motivazioni in questa sezione.

  • Parte B, 1 Eccellenza. 1.2 Metodologia - Gestione dei dati e di altri prodotti della ricerca

In questa sezione va sinteticamente spiegato (in una pagina) come verranno gestiti responsabilmente i dati e gli altri elementi della ricerca, in accordo con i principi  FAIR. In sostanza si fornisce uno schema di quello che poi sarà il DMP (Data Management Plan), che in seguito se il progetto viene approvato deve essere presentato al mese sei. 

Tra gli aspetti da includere nello schema ci sono:
- informazioni sui dati: che tipo di dati si intende usare (sperimentali, osservazioni, da produrre o già esistenti e così via), il loro volume, i formati eccetera.
- l’uso di identificativi univoci e metadati (dunque gli elementi essenziali per rendere i prodotti digitali rintracciabili o ‘findable’). 
- condizioni di accesso: se i dati saranno chiusi, ristretti o aperti; e dove saranno depositati.
- condizioni di riuso, cioè con quali licenze verranno rilasciati; se possibile specificare se ci sarà una documentazione di supporto al riuso. 
- eventuali standard e ontologie, la cui descrizione può facilitare l’interoperabilità.
- costi per la gestione dei dati e per il personale che se ne occupa

  • Parte B, 2 Impatto. 2.2 Misure per massimizzare l’impatto

In questa sezione occorre schematizzare (con una tabella) le modalità di disseminazione, sfruttamento e comunicazione, tenendole distinte e collegate a uno specifico gruppo di destinatari - per esempio per la comunità scientifica: preprint, articolo su rivista, conferenze; per la società civile: blog, voce di Wikipedia, video divulgativi eccetera.

Se il progetto viene approvato, al mese sei va fornito il piano di disseminazione, ma la valutazione del progetto terrà conto della capacità di disseminare  in modo aperto e tenendo conto di impatto scientifico, sociale, economico, ovvero le “key Impact Pathways” di Horizon Europe.

  • Parte B, 3 Qualità ed efficienza dell’implementazione. 3.3 Capacità dei partecipanti e del consorzio

Qui va dimostrato il contributo dei partner alla capacità del consorzio, inclusa la capacità di applicare i principi dell’Open Science esposti nelle sezioni precedenti. Per esempio possono essere elencate competenze ed esperienze in pratiche Open, progetti di citizen science, collaborazioni con infrastrutture di ricerca europee (ESFRI) eccetera.

Di seguito una infografica riassuntiva realizzata dai ricercatori dell’università di Ghent e tradotta e adattata da Elena Giglia, dell'università di Torino. 

Gina Pavone

Gina Pavone si occupa di Open Science e Open Access all'Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione del CNR. Temi su cui svolge anche attività di formazione e supporto all’interno del Competence Centre di ICDI. Coordina il sito open-science.it, è giornalista esperta di analisi di dati, ha conseguito la laurea magistrale in editoria e giornalismo alla Sapienza di Roma e ha ottenuto il master di secondo livello in big data analytics and social mining all'università di Pisa. Ha partecipato a campagne per l'apertura di dati pubblici e per la trasparenza di istituzioni e amministrazioni pubbliche e ha lavorato come data analyst e data journalist.

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