Verso l’attuazione del Piano Nazionale della Scienza Aperta

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Per mettere in pratica quanto previsto dal Piano Nazionale per la Scienza Aperta, il MUR ha istituito un apposito tavolo di lavoro, composto da esperti dotati di competenze trasversali essenziali per la sua applicazione. Vediamo come è costituito e come sta lavorando, a partire dalle audizioni con le parti interessate, e quali sono i suoi prossimi passi

Poco più di anno dopo la pubblicazione del Piano nazionale della Scienza Aperta 2021-2027 (PNSA) (1), la Direzione generale dell’internazionalizzazione e della comunicazione del MUR ha istituito un tavolo di lavoro con l’obiettivo di redigere un documento operativo per l’attuazione del piano. Fanno parte del tavolo sette esperti che coprono tematiche complementari coinvolte nell’implementazione del PNSA, tra cui aspetti infrastrutturali, legali, relativi ad attività quali la formazione, la riforma dei processi valutativi della ricerca, i rapporti con le iniziative europee, in rappresentanza di organizzazioni, università ed enti di ricerca. 


Attraverso incontri periodici di discussione e confronto gli esperti del tavolo hanno collaborato per formulare una metodologia volta ad individuare gli interventi necessari e a stilare una lista di azioni prioritarie. Partendo dalla considerazione che per implementare la scienza aperta sono necessarie azioni coordinate lungo molteplici dimensioni, nel definire questa metodologia gli assi originali del PNSA  sono stati rivisti e ampliati come nella seguente  figura.

 

In particolare ciascun asse si riferisce a considerazioni o necessità specifiche: 

  1. Misure generali – cioè le azioni prioritarie e propedeutiche per procedere con tutto il resto;

  2. Indicazioni regolamentari – di supporto all’implementazione del piano e al cambiamento culturale e organizzativo verso la scienza aperta;

  3. Risultati della ricerca – per la condivisione e la gestione effettiva ed efficace dei risultati della ricerca italiana secondo i principi FAIR;

  4. Valutazione della ricerca – per supportare metodologie e pratiche di valutazione che valorizzino l’approccio scienza aperta;

  5. Infrastruttura e servizi – per fornire il sistema paese di strumenti tecnologici  adeguati all’attuazione del piano e costituire il nucleo di quello che potrebbe diventare  il “Nodo Infrastrutturale Nazionale” di EOSC per gli anni a seguire il 2027. Formazione – per creare le competenze necessarie a realizzare gli obiettivi del PNSA;

  6. Partecipazione Europea e lo spazio Europeo dei Dati – per connettersi al panorama Europeo e alle nascenti iniziative che hanno al centro la condivisione di prodotti della ricerca;

  7.  Ricerca - per identificare nuove soluzioni che nativamente rispondano all’esigenza di rendere più efficace ed efficiente il lavoro di ricerca così come sarà condotto nel prossimo futuro quando la scienza aperta sarà la normalità. 

Nel recente lavoro del tavolo, l’attenzione è stata posta innanzi tutto nell’identificare attività definite “abilitanti”, cioè necessarie perchè il resto possa essere sviluppato. 

Queste attività sono di varia natura e riguardano le diverse dimensioni di intervento. Tra queste, ad esempio, figurano la necessità di un finanziamento dedicato per l’implementazioone del PNSA e la nomina di un referente per la scienza aperta in ogni istituzione. Ma anche la costituzione di un registro su iniziative, servizi e risorse nazionali esistenti che potrebbero essere condivise per supportare la transizione del mondo della ricerca verso un approccio aperto.

La lista di azioni prioritarie include anche attività di supporto e potenziamento di iniziative in essere, nate dal basso, che coprono esigenze legate allo sviluppo della scienza aperta. Fare leva su queste permette al  nostro paese di raggiungere più velocemente e con  minor costo obiettivi rilevanti. Il portale open-science.it, punto di riferimento per la comunità scientifica italiana sulle tematiche legate alla scienza aperta è un primo esempio, ma se ne possono citare molti altri quali  il competence centre ICDI, una rete di esperti, iniziative e infrastrutture di ricerca a supporto dell’Open Science, della gestione dei dati FAIR e la partecipazione italiana a EOSC; il capitolo nazionale di CoARA,  la Coalizione per l'avanzamento della valutazione della ricerca, di cui fanno parte università, enti finanziatori, autorità nazionali e regionali, e società scientifiche e di ricercatori che hanno firmato l'Accordo sulla riforma della valutazione della ricerca (ARRA). Una menzione particolare va anche al supporto all’editoria cosidetta “diamond open access”, il cui modello economico non richiede pagamenti né per leggere né per pubblicare, di cui esistono numerosi esempi nell’ambito delle case case editrici istituzioanli nazionali. 

Infine, tra le azioni prioritarie è incluso anche il monitoraggio delle attività e risorse a livello nazionale ed istituzionale che possono contribuire all’implementazione della scienza aperta e allo sviluppo di EOSC. Operare questo tipo di monitoraggio è importante non solo per rispondere alle richieste che vengono dalla Commissione Europea ma soprattutto per raccogliere dati sui quali basare decisioni informate. Anche su questo fronte esistono già attività in corso, portate avanti in modo coordinato da gruppi di lavoro che comprendono università ed enti di ricerca, sulle quali far leva per ottenere risultati in tempi brevi.

L’individuazione delle azioni prioritarie è stata supportata da un insieme di audizioni su tematiche specifiche durante le quali esperti nazionali hanno contribuito a creare una fotografia dell’esistente e ad evidenziare necessità. 

Le audizioni finora svolte hanno riguardato: 

  1. Monitoraggio dello stato di attuazione di pratiche di scienza aperta negli atenei e negli enti di ricerca. Paola Galimberti (Univ. di Milano), Mario Locati e Maria Grazia Chiodetti (INGV) hanno presentato, rispettivamente, le iniziative portate avanti da un insieme di istituzioni afferenti all’associazione AISA e  dal gruppo di lavoro su “open science” di CoPER.

  2. Revisione dei criteri di valutazione. Caterina Sganga (Scuola Sant’Anna) ha evidenziato criticità a livello nazionale rispetto ai repository istituzionali per le pubblicazioni e alle  politiche di valutazione.

  3. Editoria Istituzionale. Elena Giglia (Univ. di Torino) e Paola Galimberi (Univ. di Milano) hanno illustrato le ragioni alla base del crescente supporto all’editoria istituzionale  in altri Paesi e hanno fornito  una panoramica delle numerose iniziative a livello nazionale. Esse inoltre hanno fornito suggerimenti per potenziarla e renderla più incisiva nel contesto della ricerca nazionale.

  4. Tutela del diritto alla ricerca. Roberto Caso (Univ. di Trento) e Deborah De Angelis (responsabile del Capitolo italiano di Creative Commons) hanno discusso le priorità sulla tematica del diritto d’autore e sull’accesso aperto alla condivisione delle immagini fedeli dei beni culturali. 

Le presentazioni di questi esperti possono essere scaricate a questo link

Completate queste attività iniziali, quali sono i prossimi passi del tavolo di lavoro? 

Il MUR ha affidato al tavolo un secondo obiettivo: proporre un processo per l’identificazione delle attività e risorse esistenti che potranno essere utilmente usate per l’implementazione del PNSA. L’attività degli esperti si sta ora concentrando in questa direzione. Nell’ambito di questi lavori continuerà l’attività di confronto con le parti interessate e altre audizioni potranno essere organizzate. 

Nel contempo alcuni elementi strutturali della Scienza Aperta europea stanno consolidandosi con la definizione degli obiettivi operativi e di governo dell’EOSC all’orizzonte del prossimo programma quadro della Commissione Europea e con la ampia riflessione a livello G7 e globale sull’integrazione degli obiettivi scientifici, sociali ed economici che spingono nella direzione della Scienza Aperta e gli obiettivi di restrizione laddove necessario all’accesso e di difesa da potenziali incursioni distruttive nel sistema europeo dei dati scientifici tenendo conto dell’evoluzione rapida degli strumenti di intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale necessita di dati di alta qualità per generare ipotesi e modelli utili, ma se allenata su dati di scarsa qualità o falsi può generare seri danni al sistema della ricerca.  La Scienza Aperta deve quindi fare un uso attento dei dati FAIR di qualità e della AI allenata sui tali dati FAIR e proteggersi rispetto a incursioni di tipo ostile o commerciale.

(1) Il tavolo è stato istituito con Decreto Ministeriale in data 14/03/2023: https://www.mur.gov.it/sites/default/files/2023-04/Decreto%20Direttoriale%20n.%2042%20del%2014-03-2023.pdf

e successiva integrazione https://www.mur.gov.it/sites/default/files/2024-05/Decreto%20Direttoriale%20n.%20120%20del%2011.07.2023%20-%20Integrazione%20e%20nomina%20componenti.pdf

Donatella Castelli

Donatella Castelli è dirigente di ricerca presso l'Istituto di Scienze e Tecnologie dell'Informazione A.Faedo del CNR. È stata coordinatrice tecnica dei vari progetti europei che hanno sviluppato e avviato l'infrastruttura OpenAIRE. Attualmente è la rappresentante italiana nel "Commission expert group on National Points of Reference on Scientific Information" che interagisce con la Commissione su misure e raccomandazioni sull'accesso aperto alle pubblicazioni, ai dati aperti della ricerca, alla conservazione dell'informazione scientifica e alle e-infrastrutture. Ha partecipato come esperta alla stesura del Piano Nazionale per la Scienza Aperta 2021-2027 e attualmente presiede il "Tavolo di lavoro per l'implementazione del Programma Nazionale per Scienza Aperta 2021-2027".

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