A Torino nasce l'Open Science Community, un'iniziativa aperta che coinvolge ricercatori, studenti, tecnici e citizen scientists per promuovere la Scienza Aperta in città e dintorni. La comunità si propone quattro obiettivi chiave: organizzare iniziative, supportare i ricercatori, connettere gli studiosi e promuovere la formazione sull'Open Science. La community intende diventare un punto di riferimento locale per la scienza aperta e partecipativa
È stata lanciata a Torino la prima Open Science Community italiana, una iniziativa inclusiva che mira a promuovere la Scienza Aperta in città e nel territorio circostante, coinvolgendo attivamente ricercatori, studenti, tecnici e citizen scientists.
L'Open Science Community di Torino (OSCT) è stata ideata da un gruppo di giovani ricercatori e studiosi dell’Università di Torino – Luca Visentin, Ilaria Stura, Evdokia Tema ed Elena Giglia – accomunati dall'impegno per una ricerca aperta, etica e trasparente. Si tratta dunque della prima OS community italiana, e aderisce all’International Network of Open Science & Scholarship Communities (INOSC).
La comunità si propone quattro obiettivi fondamentali:
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Organise – Organizzare iniziative sull’Open Science a Torino, in collaborazione con Università e altri enti;
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Support – Sostenere ricercatori e ricercatrici nella pratica dell’Open Science, attraverso lo scambio di buone pratiche, risorse e conoscenze;
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Connect – Creare una rete peer-to-peer tra studiosi interessati all’OS;
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Train – Promuovere la formazione su metodi e strategie per integrare l’Open Science nella pratica di ricerca quotidiana.
La OSCT non è un servizio o un competence center, bensì una comunità di persone unite dal desiderio di accrescere competenze e conoscenze, condividere esperienze e contribuire attivamente alla costruzione di una scienza più aperta nel contesto di tutte le università ed enti di ricerca a Torino e dintorni.
L'evento di lancio si è tenuto il 21 marzo 2025 presso l'Aula Blu del Rettorato dell’Università di Torino, con la partecipazione di oltre 50 persone tra ricercatori, dottorandi e professori. L'incontro è stato aperto da Elena Giglia, che ha introdotto i principi fondamentali dell'Open Science, evidenziandone i benefici e le sfide. A seguire, Luca Visentin ha presentato la OSCT, illustrandone la genesi, gli obiettivi e le modalità di adesione, oltre agli strumenti di comunicazione pensati per i membri.
Successivamente, sono intervenuti Mauro Paschetta (Politecnico di Torino), Fabrizio Fossati (Università del Piemonte Orientale), Emanuela Secinaro e Federico Ferrarese Lupi (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica - INRiM), illustrando le attività in corso nei rispettivi enti e le sfide ancora aperte nell'ambito dell'Open Science.
Un elemento centrale dell'incontro è stata la partecipazione attiva del pubblico, rilevata tramite un breve questionario su Mentimeter che ha coinvolto 50 partecipanti, prevalentemente provenienti dall'Università di Torino (41), ma con rappresentanze anche da INRiM (3), Politecnico di Torino (2), Università del Piemonte Orientale (1) e Istituto di Ricerca per la Crescita Clinica (IRCC, 1).
Un dato significativo emerso dal questionario è la prevalenza di partecipanti dall’area bio-medica (52%), seguita da chimica/farmaceutica (8), storia (3) e area giuridico-politica (2). I restanti partecipanti rappresentavano i settori di Agraria, Ingegneria, Informatica e Scienze dure, mentre non si sono registrate presenze dai Dipartimenti di Lettere e Filosofia né da quello di Economia. Tra i partecipanti si contavano 23 dottorandi e ricercatori, 7 professori ordinari, 5 professori associati, oltre a 9 tecnici amministrativi e 3 tecnici della ricerca.
I partecipanti si sono dichiarati piuttosto preparati in merito alla pubblicazione in Open Access (OA), con una mediana di 4 su 5, e moderatamente competenti per quanto riguarda l’archiviazione e il deposito in OA, con una mediana di 3 su 5.
Risulta anche una buona conoscenza dei principi FAIR (3/5) e delle Open peer review (2.5/5), mentre è risultata minore la familiarità con preregistrazione (1/5), preprint e citizien science (2/5). Si è rilevato un divario significativo tra le conoscenze e la loro applicazione (p<0.01) in tutti i punti tranne il pubblicare e depositare in OA (p>0.05), pratiche ormai diffuse e anche invogliate dalla premialità.
Dalle risposte dei partecipanti emerge che la piattaforma Open Science (OS) più conosciuta è Zenodo (54.5%), seguita da Sherpa Romeo (22.7%). Pochi conoscono le risorse di UniTo (www.oa.unito.it) mentre le risorse europee (COARA e EOSC) sono pochissimo utilizzate.
Dai commenti liberi è emersa come difficoltà più sentita nel praticare l’OS quella di recuperare informazioni al riguardo (29), seguita dalla mancanza di personale di supporto (16), di un adeguato ritorno in termini valutativi (8), di infrastrutture (5). Alcuni lamentano la difficoltà di introdurre l’OS tra colleghi o partner esterni, trovando resistenza (6).
È interessante notare come il quadro si ribalti quando si chiede ai partecipanti cosa manca, secondo loro, all’interno del proprio ente per poter praticare concretamente l’Open Science. La risposta più frequente non è stata “formazione o informazione”, bensì supporto dedicato (16 risposte), seguito dal riconoscimento delle pratiche di Open Science (12), dalla necessità di nuove infrastrutture (10) e, solo in ultima posizione, dalla formazione (9).
Questo dato suggerisce che, tra coloro interessati all’Open Science, la priorità non è tanto acquisire ulteriori conoscenze, quanto poter contare su collaboratori, figure di supporto e strutture adeguate che li accompagnino nell’adozione quotidiana di pratiche aperte.
Questo si evince anche dalla domanda successiva, in cui la maggior parte (26) sperano di trovare nella OSCT un modo per fare rete, conoscersi e supportarsi a vicenda tra promotori dell’OS. Secondariamente si vorrebbero organizzare/promuovere corsi (17) ad ogni livello (magistrale, PhD, per tecnici, per ricercatori) e incontri tematici o workshop su casi studio (14).
Infine, più della metà dei partecipanti ha indicato come mezzo di comunicazione preferito l'e-mail (28), seguito da canali Whatsapp (14), Discord (13) o Telegram (9). Sarà quindi attivata una mailing list come richiesto e rimarrà attivo il canale Discord.
L’evento si è concluso con l’Open Science Cafè, un momento di confronto informale che ha favorito lo scambio di idee e riflessioni sulla OSCT e su temi centrali legati all’Open Science, come le modalità di pubblicazione in open access, le possibili evoluzioni nei criteri di valutazione della ricerca e il ruolo emergente dei Data Steward.
In conclusione, la nascita della OSCT è stata accolta con entusiasmo e partecipazione. L’auspicio è che questa comunità diventi un punto di riferimento in cui ciascuno possa trovare spazio per offrire e ricevere supporto, confrontarsi, scambiarsi consigli e avviare nuove collaborazioni — naturalmente, in pieno spirito Open.
Per unirsi alla Open Science Community Torino o al server Discord basta connettersi a https://osc-international.com/osc-torino/. L’adesione è gratuita e aperta a chiunque, anche se non residente a Torino.
14 aprile 2025