Monitorare la scienza aperta

Un aspetto fondamentale
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e voglio informazioni su Open Science

Quando si promuove una politica, si dovrebbe predisporre anche lo strumento per valutarne l'avanzamento. In questa direzione sono andate Francia, Olanda e Commissione europea con la scienza aperta. E in Italia? 

Francia

Il Ministero francese dell’Università ha prodotto in questi anni due Piani nazionali sulla scienza aperta. Il primo è stato approvato nel 2018 (2018-2021), il secondo nel 2021 (2021-2024). Come si vede chiaramente dall’infografica, nel momento in cui il piano è stato approvato è stato subito previsto uno strumento di monitoraggio che permettesse di verificarne in tempo reale la sua ttuazione. Questo va fatto in effetti quando si promuove una politica: se ne monitora l'attuazione, si osservano gli effetti e se gli effetti non sono quelli attesi si corregge la politica.

Nella descrizione metodologica del monitoraggio del primo Piano Nazionale sulla scienza aperta troviamo scritto:

After the launch of multiple plans for Open Science, there is now a need for an accurate method or tool to monitor the Open Science trends and in particular Open Access (OA) trends. We address this requirement with a methodology that we developed and tested for France, but that could be extended to other countries. Only open data and information available on the Web are used, leveraging as much as we can large-scale systems such as Unpaywall, HAL (the main open repository in France, part of the CNRS), ORCID and IDRef (referential for French Higher Education and Research). 

Giustamente la Francia sottolinea che per il monitoraggio si sono usati solo dati aperti. Nessun dato proprietario che richiedesse costosi abbonamenti.

Lo strumento adottato (French open science monitor) è stato affinato nel corso degli anni ed è interessante per svariati motivi. In primo luogo è il soggetto che promuove le politiche (il Ministero) che si fa carico di monitorarne la attuazione (questo vuol dire che sono stati previsti fondi, expertise e strumenti per la implementazione del monitoraggio). In secondo luogo lo strumento può essere adottato e implementato nelle strutture dipendenti dal Ministero (Università e centri di ricerca) e questo permette loro di confrontarsi su uguali dimensioni e a partire da fonti dei dati comuni. Infine i dati possono essere analizzati per disciplina permettendo così al Ministero ma anche ad un osservatore esterno di cogliere specifici aspetti legati alla implementazione dell’Open Science nelle diverse discipline.

Quali fonti vengono utilizzate? Unpaywall, Crossref e dati in possesso del Ministero. Attualmente lo strumento di monitoraggio espone dati sulle pubblicazioni, sulle tesi di dottorato pubblicate nel portale francese o in HAL (l’archivio open access delle università e dei centri di ricerca francesi), sulle pubblicazioni connesse a dati aperti e su quelle connesse a codice aperto.

Il portale francese dedicato al monitoraggio è ricco di dati e fornisce molte informazioni sullo stato dell’arte della scienza aperta in Francia.

Olanda

Anche l’Olanda che da tempo promuove e finanzia politiche di apertura della scienza monitora la percentuale di pubblicazioni open access gold o ibride, basandosi prevalentemente sui dati della Directory of open access journals per definire le riviste ibride e quelle Gold.

Anche il piano olandese è ambizioso e pone il suo orizzonte al 2030:

 

Europa

Anche la Commissione Europea ha istituito un Open science monitor che permetta una analisi degli effetti delle politiche promosse a livello di Unione e col fine di tracciare:

trends for open access, collaborative and transparent research across countries and disciplines.

Gli esempi riportati (alcuni di quelli disponibili) mostrano come il monitoraggio degli effetti di una politica,quando questa viene adottata con responsabilità e consapevolezza, sia fondamentale.

Italia

A inizio 2022 l’Italia ha adottato un Piano nazionale per la scienza aperta. Un piano che era già stato annunciato un anno e mezzo prima nel Programma nazionale per la ricerca 2021-2027.

Il Piano non ha fino ad ora previsto alcun finanziamento ad hoc, né infrastrutture, né un governo centralizzato delle azioni da mettere in atto.

Nel Piano la parola monitoraggio appare laconicamente collegata all’accesso aperto:

dotare l’Italia di un sistema di monitoraggio sull’attuazione del principio dell’accesso aperto alle pubblicazioni scientifiche [Racc. 790/2018 Art. 1]

vi si legge, ma gli esempi sopra citati (e la definizione stessa di scienza aperta) ci dimostrano chiaramente che non si tratta più solo dell’accesso aperto (di cui sarebbe opportuno e necessario rilevare anche i costi), ma di tutte quelle dimensioni connesse alle attività di ricerca (dati FAIR, open peer review, quaderni di laboratorio, open educational resources, citizen science, open methodologies, preregistration, open code, open software ecc.)

E quindi alcune istituzioni più sensibili al tema delle politiche di open science e della loro implementazione hanno cominciato a discutere e ad interrogarsi su come raccogliere dati che permettano una analisi e una comparazione a livello nazionale delle politiche messe in atto.

È nato allora in maniera spontanea un gruppo di lavoro che mette insieme atenei ed enti di ricerca interessati a sviluppare un modello di rilevazione dei dati sulle attività di Open Science. Lo scopo è di implementare una prima analisi condivisa e coerente dello stato dell’arte in Italia delle diverse dimensioni della  scienza aperta e dei suoi strumenti, nella consapevolezza che sono molte le attività già in atto che è importante valorizzare.  Si vuole quindi produrre un modello condiviso nelle diverse dimensioni da rilevare e nelle modalità di analisi dei dati che possa essere poi adottato da tutti gli atenei ed enti di ricerca che lo ritengono utile e che possa essere implementato a geometria variabile a seconda della disponibilità dei dati e della pertinenza dei diversi indicatori. Non c’è alcun obbligo, ma un bisogno urgente di capire come e quanto le politiche messe in atto dagli atenei stiano dando dei risultati.

Solo un monitoraggio attento e puntuale delle azioni messe in atto può mettere in risalto punti di forza e punti di debolezza di un sistema che arriva un po’ tardi sul tema dell’Open Science ma che ha al suo interno tutte le competenze per recuperare questo ritardo.

Paola Galimberti

Paola Galimberti è responsabile della direzione Performance, assicurazione qualità, valutazione e politiche di open science presso l’Università degli Studi di Milano, è editor per la DOAJ, è coordinatrice del focus group italiano su IRIS Institutional repository, collabora con il Competence Center di ICDI su Open Science, è socio fondatore e membro di AISA (Associazione italiana per la scienza aperta), e redattrice di ROARS, partecipa a convegni nazionali e internazionali e svolge una intensa attività di formazione su Open science e gli strumenti per realizzarla, sulla valutazione della ricerca, sulle tematiche del diritto d’autore connesso alle pubblicazioni scientifiche.
 

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