null Il Journal Comparison Service di PlanS verrà dismesso

Il Journal Comparison Service di PlanS verrà dismesso

05 febbraio 2025

Non è facile avere una effettiva trasparenza su costi e servizi editoriali commerciali, evidentemente. Questa è la conclusione da trarre dalla notizia dell’imminente dismissione del Journal Comparison Service, strumento lanciato da Coalition S nel 2022 con lo scopo di supportare i principi promossi da Plan S, a cominciare dalla trasparenza dei costi dell’Open Access e dalla necessità che questi siano commisurati ai servizi offerti. 

Il JCS richiede infatti ai publisher di fornire informazioni in un formato standardizzato, come la frequenza di pubblicazione, il processo di revisione paritaria, i tempi di elaborazione dagli invii alle accettazioni, e le fasce di prezzo per le APC (Article Processing Charges) e le sottoscrizioni. Questo per permettere agli utenti di valutare se le tariffe da pagare sono commisurate ai servizi che ricevono. 

Tuttavia l’adesione non è stata ottimale, cioè tale da avere informazioni effettivamente utili a scopi comparativi, e anzi le riviste aderenti sono andate diminuendo nel corso del tempo, dimostrando una effettiva scarsa disponibilità alla collaborazione e alla trasparenza da parte dei publisher commerciali. 

Per raggiungere questa ambizione era infatti necessario coinvolgere un numero significativo di editori che mettessero disposizione attraverso lo strumento i dati su prezzi e servizi. Nella fase iniziale avevano aderito 27 editori scientifici, si era arrivati ad avere informazioni su oltre 2.000 riviste. Tuttavia, tre anni dopo, sebbene il numero di editori partecipanti fosse salito a 37, il numero di riviste di cui si hanno informazioni è notevolmente calato: solo 549 in totale. 

“Inevitabilmente - si legge sul sito di Plan S - con una copertura di riviste così limitata, relativamente pochi bibliotecari, consorzi bibliotecari e finanziatori sono stati motivati a registrarsi per utilizzare il servizio”.

“È un peccato che il JCS non abbia mai espresso il suo potenziale - ha commentato Robert Kiley di cOAlition S e tra i principali fautori di JCS - Le ragioni sono senza dubbio molteplici: un maggior numero di editori avrebbe potuto fornire i dati; i consorzi bibliotecari avrebbero potuto richiedere contrattualmente agli editori di condividere i dati attraverso i loro accordi; i finanziatori avrebbero potuto fare di più per incoraggiare l'adozione del servizio sia da parte degli editori che dei bibliotecari. Ma le lezioni apprese da questa esperienza non sono andate perdute e cOAlition S non rinuncia ai suoi principi. Anche se stiamo chiudendo il JCS, continuiamo a lavorare con i nostri partner impegnati per ottenere tariffe e modelli di pubblicazione ad accesso aperto più equi e trasparenti”.